L’Unione Svizzera dei Contadini (USC) ha diramato le raccomandazioni di voto per le imminenti votazioni federali del prossimo 19 maggio, nonché la presa di posizione sul nuovo accordo istituzionale quadro con l’Unione Europea (UE). Per quanto riguarda le votazioni, l’USC raccomanda di accettare la riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS, motivando la sua decisione con l’importanza, da parte delle famiglie contadine, di poter contare su finanze AVS solide e sane anche in futuro. Sull’altra votazione, cioè la revisione parziale della Legge sulle armi, l’USC alla luce del fatto che il tema non è prettamente agricolo, ha deciso di lasciare libertà di voto, sebbene molti suoi rappresentanti, incluso il sottoscritto, sono decisamente contrari. Ma passiamo al tanto discusso nuovo accordo con l’UE, che era invece in consultazione presso diverse associazioni svizzere direttamente coinvolte. In generale, il settore agricolo è a favore di accordi bilaterali bilanciati e equi, come quello attuale con la Cina o quello in vigore dal 1999 con l’UE (per esempio per il mercato del formaggio), che non sacrificano l’agricoltura sugli altari di altre questioni definite “prio- ritarie” economicamente, senza avere nessun riscontro positivo in cambio!

Nella sua forma attuale, il documento proposto implica una considerevole perdita di sovranità svizzera e mette in discussione il perseguimento di una politica agricola indipendente, come quella che abbiamo ora e che funziona abbastanza bene, poiché preparata su misura per il nostro Paese. Pertanto, l’USC ha deciso di inviare al Consiglio federale una lettera in cui chiede di voler rifiutare il nuovo accordo, esigendo una consistente revisione. Il testo dell’USC è composto da molte pagine in cui, punto per punto e in maniera propositiva, viene indicato cosa va imperativamente migliorato.

In sintesi, chiediamo al Governo di garantire l’autonomia della politica agricola svizzera e di mantenere, senza nessuna restrizione, gli aiuti alle famiglie contadine svizzere da parte dello Stato, come i pagamenti diretti e i contribuiti per la promozione della biodiversità, dell’interconnessione ecologica e della qualità del paesaggio, soltanto per citarne alcuni. Inoltre, per il settore agricolo e in generale per tutta la nostra popolazione, è importante che la produzione agricola svizzera rimanga libera da organismi geneticamente modificati (OGM). Infine, l’accordo quadro deve consentire di ridurre al minimo le barriere doganali non tariffarie, sia per i mezzi di produzione importati necessari per l’agricoltura, sia per l’esportazione di prodotti agricoli. Solo se tali condizioni di base saranno soddisfatte, l’USC potrà accettare la stipulazione di un nuovo accordo istituzionale con l’UE.

Sem Genini, segretario agricolo cantonale

da Agricoltore Ticinese del 3 maggio 2019