Il titolo potrebbe sembrare il riassunto della posizione tenuta dai contadini svizzeri nei confronti delle iniziative estreme contro l’agricoltura degli ultimi anni, ma non è così. Si tratta di un principio condiviso, comunicato la scorsa settimana da diverse organizzazioni mantello svizzere: Economiesuisse, l’Unione Svizzera delle Arti e Mestieri, l’Unione Svizzera degli Imprenditori e l’Unione Svizzera dei Contadini. Insieme hanno manifestato l’intento di contribuire ad una politica più favorevole all’economia e all’agricoltura nazionale con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete e attuabili.

Spesso infatti l’importanza sociale della nostra economia e della nostra agricoltura non sono abbastanza riconosciute. Ma solo con un’economia forte è possibile avere posti di lavoro e di apprendistato, redditi adeguati, cibo ed energia sufficienti, servizi sociali sicuri e una politica climatica sostenibile. Servono, soprattutto in questi tempi incerti e difficili, prospettive chiare ed è necessario unire le forze per poter condividere visioni future che siano anche realizzabili. Un’alleanza che, per la prima volta da sempre, mira quindi anche a essere una piattaforma di promozione per le elezioni del Parlamento svizzero del prossimo anno.

È tempo che temi come quello della sicurezza alimentare, ad esempio, vengano sostenuti da più parti, così come quello dell’approvvigionamento energetico, per citarne un paio tra quelli elencati nella conferenza stampa di lancio della campagna congiunta. È necessario pensare e attuare dei cambiamenti, investendo nell’innovazione e nelle nuove tecnologie.

Come ha sottolineato F. Regazzi, presidente dell’Unione Svizzera delle Arti e Mestieri, la capacità di riforma del nostro Paese deve essere nuovamente rafforzata. La collaborazione tra le associazioni dovrebbe portare in Parlamento «un approccio moderato, borghese, costruttivo e favorevole alle riforme, per elaborare e trovare soluzioni». M. Ritter, presidente dell’Unione Svizzera dei Contadini, ha evidenziato come sempre più spesso il Consiglio nazionale proponga una politica «ostile alle imprese e all’agricoltura». In questo momento più che mai servono condizioni quadro sicure e meno burocrazia ed è necessario essere coscienti di quanto agricoltura ed economia siano legate e anche mostrare quanto questi legami incidano sulla vita delle persone.

Sostengo questa posizione, sia per i tempi molto particolari che stiamo vivendo, ma anche perché credo che l’agricoltura debba cercare di (ri)trovare il proprio ruolo attivo nelle scelte politiche del Paese e non continuare ad essere preda di presunte esigenze superiori.

Sem Genini, segretario agricolo cantonale

da editoriale apparso su Agricoltore Ticinese del 14.10.2022