È sempre interessante confrontarsi con l’opinione dei nostri lettori o delle persone che incontro e che mi parlano dei problemi del settore agricolo. R. Burkhard, nello spazio riservato ai lettori, la scorsa settimana ci ha mandato una lettera che iniziava con una provocazione, uno scherzo: “Dove posso acquistare un branco di lupi per proteggere i miei vigneti dagli ungulati?”. Già nelle prime righe ha poi subito chiarito che si trattava di una boutade e che è ben conscio del problema rappresentato dal lupo. Col suo scritto ha però invitato a riconsiderare il problema degli ungulati. Già in molti me l’avevano fatta quella battuta: «Dai, voi contadini sempre lì a lamentarvi dei danni causati da cervi e cinghiali, adesso il lupo vi risolve il problema». Alcuni purtroppo ci credono davvero. Fosse così semplice, come se il lupo fosse tele-comandabile. Il problema dei danni provocati dagli ungulati è purtroppo ben noto, lo si cerca di arginare da tempo e, nonostante questo, si fa davvero fatica, con risarcimenti per danni che nel solo Ticino sfiorano il milione di franchi all’anno (vedi articolo a pag. 4 della presente edizione). Di una cosa sono sicuro: non lo risolverà il lupo. Tutto quello che si sta facendo per la gestione dei grandi predatori ora, lo si fa proprio per evitare che un domani sia troppo tardi e si arrivi alla stessa situazione odierna degli ungulati. In ogni caso, oltre a quello che facciamo per il lupo, da tempo stiamo cercando strategie per gestire meglio la presenza degli ungulati. È stato, ad esempio, creato il gruppo di lavoro cantonale Territorio e Ungulati (TU), composto da rappresentanti dei patriziati, selvicoltori, viticoltori, orticoltori, agricoltori e altri che si sono uniti per sollecitare le autorità preposte ad adottare provvedimenti più tempestivi per limitare i danni degli ungulati a tutte le colture agricole, viticoltura compresa. Ci sono i prelievi mirati, autorizzati dal Dipartimento del Territorio, la caccia selettiva (per fortuna nei Grigioni l’iniziativa popolare per l’abolizione della caccia speciale è stata largamente respinta), la recente richiesta della FCTI di riaprire la caccia sul Piano di Magadino e anche delle mozioni in Gran Consiglio. Per citarne una, quella presentata da Ferrari e co-firmatari dal titolo “Cambiamo mentalità e strategia nell’affrontare i problemi causati da cervi e cinghiali”. Anche noi come UCT abbiamo depositato all’ultima Camera agraria, su proposta della Società agricola e Forestale Luganese, una risoluzione che chiede al Governo di rivedere e distinguere gli indennizzi in base al danno provocato realmente e inerente in particolare alle gravi perdite di foraggio che in piano, ma anche sui pascoli primaverili e gli alpeggi, sono un problema in grande crescita. Così come in crescita è, malgrado gli sforzi, il numero di ungulati nel nostro cantone e ricevere indennizzi per le perdite subite non è mai scontato, anzi, bisogna fare sempre di più. Stiamo lavorando su più fronti e stiamo cercando di trovare soluzioni che ci permettano di non sentirci impotenti né in caso di attacchi da lupo, né in caso di danni causati da ungulati. Quella di lasciare aperta la caccia tutto l’anno finché il numero non ritorni nei limiti accettabili parrebbe un’altra provocazione, tuttavia anch’io ritengo che a mali estremi, ci vogliano estremi rimedi! Non so però se l’opinione pubblica sarebbe d’accordo ad attuare tale misura.
Sem Genini, segretario agricolo UCT
da Agricoltore Ticinese del 31 maggio 2019