Lunedì scorso si è celebrata in tutto il mondo la giornata delle api e proprio a loro è dedicata la nostra copertina di questa settimana. La giornata è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2017 e si è scelto il 20 maggio per ricordare la figura di Anton Janša, sloveno, precursore delle moderne tecniche di apicoltura, nato proprio in quel giorno nel lontano 1734. Anche qui da noi in Ticino ci sono stati degli incontri organizzati dalla società ticinese di apicoltura, nostro ente affiliato, e diversi media ne hanno parlato diffusamente. Ci sono stati gli esperti e i meno esperti. Devo dire che alcune cose dette o scritte mi hanno decisamente infastidito. Troppo facile e semplicistico dare solo la colpa ai pesticidi e agli agricoltori, tacciandoli come dei killer. Inoltre, in almeno due occasioni è stato detto a chiare lettere che le api stanno meglio in città che in campagna, affermazione per lo meno discutibile, e qualcuno ha anche scritto che ormai l’attività di apicoltore non è più legata agli agricoltori, ma è diventata un lavoro da cittadino. Non saprei. So però che da sempre gli agricoltori sono ben consci del valore delle api e degli altri insetti impollinatori, così come è un dato di fatto che moltissimi contadini svizzeri producono miele da generazioni. Ho già detto più volte che proprio l’Unione Svizzera dei Contadini è stata tra le prime firmatarie della petizione “Chiediamoci perché stanno scomparendo gli insetti?”, ma forse vale la pena ripeterlo ancora una volta.
Vale forse anche la pena ricordare tutti i progetti di interconnessione, qualità del paesaggio e biodiversità, che i nostri agricoltori stanno portando avanti. Progetti che mirano a mantenere una biodiversità necessaria per la vita delle api, ma anche di altri insetti e altri animali. La pratica dello sfalcio a mosaico, che a volte urta addirittura alcuni turisti, perché vengono lasciate apposta delle zone di erba alta fiorita, permette alle api di trovare fiori su cui posarsi. Sono i contadini, e non sono pochi in Ticino, che lavorano su questi progetti, aiutati dal Cantone e da Studi di ingegneri specializzati, in un lavoro di collaborazione e non di opposizione.
La diminuzione delle api e degli altri insetti è un problema che coinvolge tutti noi. Abbiamo una parte di responsabilità nella loro scomparsa, però è senza dubbio controproducente creare delle polarizzazioni tra buoni e cattivi. Indimenticabile la scena di un documentario intitolato “More than honey”, dove ci sono delle persone, in carne ed ossa, che usando delle scale impollinano gli alberi a mano. Lì le api non c’erano già più. Di sicuro so che gli agricoltori stanno facendo molto perché ciò non accada e le popolazioni di api tornino a crescere. Nel loro interesse, ma anche per quello di tutti noi. Nessuno vuole tagliare il ramo su cui è seduto.
Sem Genini, segretario agricolo cantonale
da Agricoltore Ticinese del 24 maggio 2019