L’anno scorso aveva fatto molto discutere nel mondo agricolo elvetico la decisione dell’Unione svizzera dei produttori di verdura (USPV) di non voler più essere affiliata all’Unione Svizzera dei Contadini. Nonostante il rammarico per questa scelta, in Ticino la collaborazione tra l’UCT e la Orti, ma anche con la FOFT/TIOR , è solida come conferma la presenza nel nostro comitato di ben due rappresentanti dell’orticoltura: Roberto Mozzini, che è anche fresco vicepresidente e Andrea Zanini. I problemi da affrontare quotidianamente sono gli stessi e il periodo è difficile per tutto il settore, che è confrontato da molti attacchi ingiustificati un po’ da tutti i fronti, come riportato anche nell’editoriale di settimana scorsa. Alla luce di questi eccellenti rapporti, ci fa particolarmente piacere vedere e leggere, nell’inserto “L’orticoltore”, che il settore orticolo ticinese è estremamente vivace e orientato al futuro. Nessuno si aspettava che così non fosse, però, ogni tanto, è giusto ricordare il lavoro che svolge il settore della produzione di verdure ticinese, così come quello di tutte le altre filiere. Pertanto un ringraziamento particolare va all’USPV cha ha redatto un inserto di ben otto pagine che racconta la realtà di alcuni pro- tagonisti del settore orticolo ticinese. Protagonisti passati, presenti e futuri. Tutti fondamentali per la lunga vita di questo settore e per la sua immagine. Persone appassionate del loro lavoro che ogni giorno permettono ai prodotti ticinesi, quasi sempre contrassegnati con il Marchio Ticino regio.garantie, di parare i colpi della concorrenza estera, ma anche quella di alcuni Cantoni svizzeri che sono sempre più agguerriti. Una concorrenza spietata che in alcuni casi mina la sopravvivenza di alcuni orticoltori. Senza di loro e senza ognuno degli altri produttori locali, il settore non avrebbe prospettive. Sono proprio questi protagonisti ad adattarsi e innovarsi di continuo per rimanere al passo con il mondo che li circonda. Un mondo che può essere difficile, fatto anche di terreni impervi e condizioni meteo sempre più ballerine e irto di ostacoli, troppo spesso anche di ordine burocratico e amministrativo. Posizionato a ridosso delle Alpi e rivolto alle pianure, il nostro Cantone è abitato anche da alcuni cittadini che, talvolta, preferiscono il cemento alla terra e che, non solo per colpa loro, si sono dimenticati dell’orto dei propri nonni, di come si coltiva la terra, del gusto genuino delle verdure. Sembra che l’unico valore sia il prezzo stracciato o il prodotto impeccabile all’esterno. Non è così. Ma malgrado queste difficoltà, gli orticoltori ticinesi, continuano a lavorare la terra, a raccoglierne i frutti e a metterli sul mercato, come chi è venuto prima di loro. Il mondo dei loro avi era però molto diverso da quello di oggi. È per questo motivo che ho scritto dell’importanza di questi protagonisti molto spesso ignorati, e della loro capacità di adattarsi e di essere innovativi, per la lunga vita del settore orticolo, e non solo, in Ticino. Una vita che non si conta in anni, ma in storie. Anch’io “coltivo” un piccolo orto sotto casa, o meglio mio papà lo lavora, come faceva mia nonna e la mia bisnonna prima di lei. Un lavoro duro e continuo che però dà delle soddisfazioni enormi quando poi, d’inverno, si mangia un buon minestrone con i frutti dei bei sacrifici estivi. Cosa c’è di meglio di tutto ciò?
Sem Genini, segretario agricolo UCT
da Agricoltore Ticinese del 12 luglio 2019