“Punto focale fattoria” è il nome di un’inchiesta tendenziosa e vergognosa effettuata da “collaboratori” del colosso svizzero di giornalismo Tamedia. Da domenica scorsa, alcune testate del gruppo stanno pubbli- cando articoletti faziosi che mettono di proposito in cattiva luce l’allevamento animale svizzero, con una vera e propria crociata mediatica contro le nostre famiglie contadine. Li ho chiamati articoletti perché, i primi di una serie, sarebbero potuti essere stati scritti da un giornalista al suo primo giorno di lavoro, che, senza cognizione di causa, dalla sua scrivania trascrive cifre e parole tratte da documenti e statistiche pubbliche dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV). Copiando le frasi dagli atti degli ispettori dei controlli per il benessere animale, Tamedia ha voluto descrivere con 10 scene raccapriccianti il sistema di allevamento animale svizzero. E lo ha fatto intitolando il primo articolo “Condizioni scandalose nelle fattorie svizzere”, una vera e propria offesa alla stragrande maggioranza degli allevatori svizzeri: migliaia e migliaia di contadini che curano premurosamente le loro attività, ogni giorno della settimana senza sosta, tenendo puliti e ordinati i luoghi di lavoro e trattando con dignità gli animali, consapevoli e grati di quanto ricevono in cambio da loro.
Martedì, l’Unione Svizzera dei Contadini (USC), che ha molto a cuore il benessere e la salute animale, ha presentato un reclamo ufficiale al Consiglio della stampa svizzera, perché su altri documenti pubblici dell’USAV si può leggere che in 10’647 controlli nel 2018, di cui ben il 35% in tutti i Cantoni senza preavviso, nell’87% dei casi non è stata constatata alcuna infrazione alle leggi, che sono le più restrittive al mondo. In 613 casi (1,3%), che sono comunque troppi, ci sono stati dei procedimenti che però variavano da “leggerezze” come errori nella compilazione di formulari, ad altri motivi più o meno gravi contro la legge sulla protezione animale. Altresì non è stato specificato se si trattasse di agricoltori o invece di trasportatori. Nonostante ciò, Tamedia ha dipinto come disastrosa la situazione dei controlli, parlando erroneamente di migliaia di aziende colpite e interpellando diversi veterinari cantonali, affermando che i controlli non funzionano come dovrebbero in quanto mancano i finanziamenti. I controlli però, così come vengono effettuati ora, rispettano completamente le disposizioni di legge attuali!
Nel frattempo altri articoli dell’“inchiesta” dovrebbero essere stati pubblicati durante la settimana. Vabbè, forse non tutti i mali vengono per nuocere. Di positivo c’è che il sistema dei controlli funziona e sanziona giustamente gli errori. Inoltre questi articoli, magari almeno un po’, tirano acqua al nostro mulino e ancora una volta i consumatori, lettori dei giornali, vengono spronati ad informarsi sulla provenienza dei loro alimenti, a conoscere i loro vicini di casa contadini e a visitare le loro aziende senza trascurarli; in altre parole, a non scegliere a caso i prodotti dagli scaffali dei supermercati. Ricordo infine che gli animali malati o maltrattati non sono redditizi, pertanto gli allevatori non hanno alcun interesse a fargli del male.
Sem Genini, segretario agricolo UCT
da Agricoltore Ticinese del 5 luglio 2019