Il nuovo Comune di Riviera è composto da quattro paesi con delle realtà molto simili a livello geografico e territoriale. Basta salire sui monti e guardare il fondovalle per rendersi conto di quanto territorio verde sia ancora presente in questa regione, senza dimenticarci delle valli laterali, un patrimonio sottovalutato che dev’essere meglio valorizzato anche in un’ottica di turismo sostenibile e intelligente. Possiamo ritenerci fortunati e in futuro non dovremo gettare al vento questi ‘atout’ importanti di cui disponiamo. Al contrario, nella maggior parte del cantone, le forti pressioni economiche e le spinte edificatorie hanno causato radicali mutamenti del paesaggio con una dispersione delle zone residenziali e una saturazione di quelle industriali. Il terreno viene consumato a grande velocità e la percentuale di sfruttamento è molto bassa rispetto alle reali possibilità edificatorie. Un’edificazione disordinata è in conflitto con un uso parsimonioso del paesaggio e del terreno agricolo e causa, quale effetto se- condario, un collasso della rete viaria con conseguenti disagi per la popolazione residente e le industrie. Un fenomeno particolarmente marcato nel Sottoceneri e sul Piano di Magadino (anche se il nuovo Parco dovrebbe bloccare questo trend negativo), dove il territorio verde e agricolo sta velocemente scomparendo sotto l’avanzata del cemento e dei capannoni. I cittadini hanno però “voglia e bisogno di verde” e lo cercano attivamente per il proprio benessere. Per garantire questa opportunità anche alle prossime generazioni, dovremo mantenere quanto è presente a Riviera (e non solo!) e porre un freno al processo di degrado, come richiesto anche con l’iniziativa popolare che abbiamo consegnato alla fine del 2014 con più di 15mila firme. Il nostro fantastico paesaggio va rispettato, tutelato, valorizzato, garantendone in particolare la varietà, la qualità e il carattere. Anche le costruzioni dovranno inserirsi nel mosaico in maniera ordinata e armoniosa favorendo uno sviluppo urbano centripeto e permettendo una gestione sostenibile e consapevole del territorio, che lasci all’agricoltura gli spazi più produttivi per contribuire anche in futuro alla nostra alimentazione e a ravvivare il contatto della popolazione con la terra, che, sostituita dal cemento, stiamo letteralmente perdendo sotto i piedi. La salvaguardia degli spazi verdi è un’efficace politica di sussistenza per l’agricoltura e l’indipendenza alimentare, poiché il problema di un adeguato approvvigionamento con derrate alimentari a sufficienza e di qualità è una sfida prioritaria per le generazioni future.

Sem Genini