LA PRESA DI POSIZIONE CONGIUNTA DELLE FEDERAZIONI CACCIATORI, ACQUICOLTURA E PESCA, TIRATORI, E DELL’UNIONE CONTADINI TICINESI

Protezione giuridica degli animali: un’iniziativa pericolosa, che creerà nuovi costi e nuova burocrazia! I promotori e i sostenitori dell’iniziativa che vuole ancorare nella Costituzione ticinese (sotto il capitolo degli obiettivi sociali!) il principio della protezione giuridica degli animali, tema in votazione il 12 febbraio prossimo, dovrebbero dire alle elettrici e agli elettori che cosa vogliono esattamente.

Dovrebbero dirlo chiaramente, invece di appellarsi all’emotività e al buonismo, con motivazioni totalmente prive di logica e di fondamento.
Dicano senza tanti giri di parole che ciò che vogliono è l’avvocato degli animali (un altro posto pubblico ben pagato dai contribuenti in un momento in cui si chiede a tutti i cittadini di tirare la cinghia?), quell’ennesima figura burocratica che il popolo ticinese ha sonoramente bocciato nel 2010, con il 62% di NO!

Del resto, la deputata leghista Sabrina Aldi, ‘madrina’ di questa iniziativa, ha ribadito nei giorni scorsi in un’intervista alla RSI, che in Ticino ci vorrebbe un avvocato degli animali. Salvo poi essere in prima fila, insieme a Boris Bignasca (che pure sostiene questa iniziativa), nel chiedere al Governo di rifare i compiti sul preventivo e di risparmiare altri 20 milioni di franchi, chiedendo a gran voce una revisione dei compiti dello Stato. Alla faccia della coerenza!

Si fa presto a dire che questa iniziativa non creerà nuovi costi: sappiamo benissimo come vanno queste cose e anche se l’avvocato degli animali non fosse un funzionario pubblico qualcuno lo dovrà pur pagare. Ancorare il principio della protezione giuridica degli animali alla Costituzione significa aprire la strada a nuove leggi e regolamenti ed aumentare quell’apparato burocratico che molti esponenti politici, Lega in primis, dicono da anni di voler ridurre. Se già non riusciamo a farlo, evitiamo almeno di aggiungere nuovi e inutili compiti, come l’avvocato degli animali pagato dai contribuenti.

Un’operazione di marketing personale ed elettorale

È comunque chiaro che qui siamo di fronte a un’operazione di marketing personale ed elettorale tesa a conquistare consensi politici tra gli animalisti e tra tutti coloro che, come noi, amano il proprio cane e il proprio gatto.

La posizione della Protezione animali di Bellinzona

Perfino Emanuele Besomi, presidente della più importante Società ticinese di protezione degli animali, quella di Bellinzona, nonché figlio del compianto Armando, che per anni è stato sbeffeggiato dal Mattino della domenica per la sua indefessa azione alla testa della SPAB, si è detto scettico sull’utilità reale dell’iniziativa promossa dalla signora Aldi. Non ci aiuterebbe dal profilo operativo, ha dichiarato in sostanza alla RSI, perché la base legale a cui ci appoggiamo è la Legge federale sulla protezione degli animali e la relativa Ordinanza di applicazione, che forniscono già tutti gli strumenti necessari. Se qualcuno avesse ancora dubbi…

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