Al secondo faccia a faccia Sem Genini e Bernardo Mele concordano su aperture (future) al Borgo. di Mattia Cavaliere

‘Si deve poter vivere dignitosamente nel nuovo Comune’. Mele, sindaco uscente di Iragna, tira questa conclusione quando si parla di attrarre aziende, anteponendo il tema del rispetto dei contratti collettivi di lavoro; Genini rispolvera lo slogan ‘Prima i nostri’. Il confronto è comunque sereno. Per le cave Mele esige regole chiare del Cantone. Su Circonvallazione e futuro dell’aerodromo Genini guarda verso nord.

Sem Genini, classe 1976, patrizio di Cresciano, segretario agricolo dell’Unione contadini ticinesi, ha vissuto nove anni a Filadelfia, sesta città più popolosa degli Usa. Dopo esperienze all’estero per ricerche postdottorali (è ingegnere agronomo del Politecnico di Zurigo) si stabilisce a Cresciano. «Mi mancava la nostra qualità di vita, di cui possiamo andare fieri». Altro percorso quello di Bernardo Mele, attuale sindaco di Iragna. Lo sport giocato, il calcio, ha portato ‘Dino’ a stringere amicizie in tutti i paesi del nuovo Comune. Dopo Lodrino, dov’è cresciuto, ha giocato a Osogna e allenato a Cresciano. La Juve? «Sì», dice ridendo (la squadra si chiama Fc Juventus Cresciano). «E lavoro a Biasca», è consulente assicurativo. «Sono un uomo della Riviera. Il voto sulla fusione con Cresciano, Lodrino e Osogna mi ha riempito di gioia». Sullo spettro politico – diversamente dal primo confronto proposto tra Alberto Pellanda (Plr) e Raffaele de Rosa (Ppd) – ora siamo ai poli: Lega/Udc e Indipendenti e dall’altra parte il Ps. Ma i nostri interlocutori discutono senza preconcetti. ‘Non vorrei far troppo il leghista’, sbotta Genini in una risposta.

Autostrada, elettrodotti e ferrovia (pensando anche ad AlpTransit): il progresso dei centri deve sempre ripercuotersi sulle periferie?

MELE: In una serata dell’Associazione dei proprietari di immobili attraversati da elettrodotti (Piae) è emerso un quadro preoccupante da Prosito a Iragna: radiazioni almeno quattro volte sopra la norma vicino alle case con rischi per la salute, rispetto a quanto diceva Berna. O li interriamo o li spostiamo. Propendevo per la prima soluzione. Pensando alle perdite di terreno e al fatto che ci troveremmo un’autostrada sotterranea, preferirei un loro spostamento, come già fatto a Lodrino in ragione dell’aeroporto. Questa è una priorità. Ne avevo parlato col consigliere di Stato Claudio Zali, condivideva. Inviterei la popolazione a pagare la quota dell’associazione Piae.

GENINI: Risultanze così diverse, fanno riflettere. Detto ciò concordo sul fatto che bisogna intervenire in questo campo. Nella valutazione di un interramento o spostamento delle linee occorrerà a mio avviso prendere in considerazione i costi dei due diversi interventi. Sulla ferrovia, pensando al progetto di galleria della Riviera (tra la Giustizia e Claro, ndr) direi che si è persa un’opportunità. Un po’ come per la A2-A13 (l’allacciamento del Locarnese con la rete autostradale, ndr): si pensava ci volesse poco tempo, e invece… La circonvallazione per me è una priorità, da portare avanti in sinergia con la nuova Bellinzona.

MELE: Anche Biasca va integrata in questa difficile rivendicazione. Credo pure che il ferro vada battuto finché caldo. Ma è vero, non occorre mollare. E soprattutto non bisogna aspettare che le soluzioni arrivino da sole. Avremo un flusso quasi continuo di convogli, lunghi 800 metri.

Riviera avrà aree industriali in ogni frazione. Quali iniziative premiare (sperando che arrivino, davvero, nuovi imprenditori)?

GENINI: Abbiamo dei Piani regolatori, vanno rispettati e non vanno sfavorite le aree verdi. A Cresciano si nota una certa congruenza con le direttive pianificatorie. Un unico indirizzo per tutti i Comuni aiuterebbe. Sulle aziende, direi che dobbiamo evitare quelle iniziative che potrebbero portare capannoni vuoti e difendere quello che già oggi c’è. Meglio fare una riflessione in più, premiando iniziative a lungo termine.

MELE: Non si può sempre scegliere, vero. Ma mi piacerebbe che si puntasse su imprese serie, che rispettino i Contratti collettivi di lavoro, con stipendi giusti. Fossi eletto, direi che preferisco rinunciare a una ditta se si dimostra non seria. La gente deve vivere, vogliamo che chi prenda casa nel Comune possa farlo in modo dignitoso.

GENINI: Bisogna cercare di capire chi c’è dietro ogni slancio, considerare il passato. Non credo sia difficile. Anche qui direi: ‘Prima i nostri’.

MELE: Prima i nostri? Essenziale che siano offerte occasioni per noi, se poi vengono da noi tanto meglio. Senza dimenticare che chi comincia a lavorare nel comune, potrebbe finire un giorno con il prendere casa dalle nostre parti.

GENINI: Senza fare il leghista, i frontalieri sono sempre più a nord. C’è un problema di traffico.

Come rilanciare le cave?

MELE: Mio padre era scalpellino, credo nelle cave. Finché non ci sarà la base giuridica (la scheda di Piano direttore cantonale, ndr) non si andrà però da nessuna parte. Iragna ha fatto tanto – il tratto della Cantonale si chiama ‘Via della pietra’ – tentando di fissare regole chiare. Ma ci han detto che non si poteva. Non dimentichiamoci che – in teoria – sparare mine o spostare un sasso richiederebbe una domanda di costruzione. Dobbiamo batterci a Bellinzona per regole trasparenti, a tutela della popolazione.

GENINI: Dobbiamo pretendere il rispetto di standard di qualità. Nelle pubbliche commesse e per tutte quelle opere che vanno a beneficio della collettività occorre far lavorare le nostre cave. Il prezzo non è l’unico parametro da prendere in considerazione. Ci sono tanti atout, le radici culturali. Certo, importante disporre di indirizzi messi nero su bianco. Ma non possiamo pretendere di volere tutto: nuovi impieghi e zero disagi.

Credete nel progetto di Polo tecnologico dell’aviazione in Riviera? Quali rischi? Droni?

GENINI: Ci credo, ma occorre un progetto serio, non certo condiviso solamente da chi ha fatto lo studio. Droni? Se ne parla nel mio settore: non vorrei portassero via il lavoro agli agricoltori.

MELE: E io credo pienamente nel Polo tecnologico, porterà impieghi e popolazione. Il Municipio giocherà un ruolo importante nella sua gestione. Pure a me i droni fanno un po’ paura, credo non debba essere il solo ramo su cui puntare.

GENINI: Concordo sul ruolo del Municipio. Vedo bene sinergie con la zona industriale di Biasca.

MELE: E se arrivano aziende importanti bisognerebbe dire alle Ffs: ‘Ora riattivate la stazione’.

S’è parlato di Biasca. Il governo preferirebbe un solo Comune in Riviera. Voi? E la polizia?

GENINI: Non è immaginabile chiudersi verso Biasca. Si dovranno costruire alleanze. Col Comune di 4’600 abitanti sarà più facile trattare. E dopo tre anni si valuterà. Non escludo un futuro con Biasca. Ma sarà la popolazione a decidere.

MELE: Il progetto ‘Riviera +’ era solido. Poi ci siamo orientati verso Pollegio e Biasca (la fusione bocciata, ndr). Tra 15-20 anni credo sia inevitabile ridiscutere su Biasca. La polizia? Parlerei di problemi organizzativi, di costi (per chi non pagava). E affiderei il dicastero a Genini (ride, ndr).