L’iniziativa delle Alpi è un’associazione che mira a proteggere la regione alpina dal traffico di transito e da anni assegna un premio alle aziende virtuose che valorizzano l’economia locale e, allo stesso tempo, ne assegna un altro per i trasporti più assurdi. Come sempre accade a “fare notizia” sono questi ultimi, rispetto ai primi. Quest’anno i tre candidati sono un’acqua norvegese in bottiglia che prima di essere venduta in Svizzera è trasportata in camion e battello per 1’512 chilometri, con un impatto di ben 7’180 volte superiore a quello dell’acqua di rubinetto. C’è poi un prosciutto cotto. Per produrlo si macellano i maiali in Olanda, poi la loro carne viene trasportata in Italia per lavorarla, in Austria per essere imballata e infine venduta nei supermercati svizzeri. Il tutto con un’impronta climatica 9 volte superiore a quella di un prosciutto cotto locale. A chiudere il terzetto c’è la nostra aria delle Alpi che una volta imbottigliata viene esportata fino in Tailandia. Assurdità insomma, che però attirano molto l’attenzione e, ci si augura, contribuiscono a sensibilizzare i consumatori. Settimana scorsa ho preso parte a un’importante riunione di comitato di Alpinavera, un’associazione riconosciuta a livello federale con cui il Ticino collabora dal 2016 per favorire la certificazione e la vendita di prodotti regionali con il Marchio Ticino. Uno dei temi principali riguardava proprio questioni relative all’imballaggio e al trasporto di prodotti regionali e si trattava di trovare una soluzione condivisa, ma soprattutto che non infrangesse i vari regolamenti federali, per evitare scempi paragonabili a quelli riportati in precedenza. Le logiche commerciali che regolano i percorsi delle merci a volte sono davvero incomprensibili, anche se, purtroppo, molto spesso a determinarle è semplicemente il prezzo del prodotto finito. Pian piano però si sta iniziando a capire che il prezzo che si paga quando si acquista un prodotto non è soltanto quello indicato sull’etichetta. È per questo motivo che il controprogetto all’iniziativa per prezzi equi “Stop all’isola dei prezzi elevati – per prezzi equi” è stato accolto tiepidamente dal comitato direttivo dell’Unione Svizzera dei Contadini (USC). Il controprogetto mira infatti a ridurre il potere di controllo del mercato da parte delle aziende più dominanti, ma soltanto per quanto riguarda la domanda di beni e servizi dall’estero. Questa misura però per l’USC dovrebbe essere applicata anche all’interno della Confederazione. L’agricoltura Svizzera, come fornitrice di beni, sa bene cosa vuol dire essere in balia di partner commerciali piuttosto influenti sul mercato e il processo di concentrazione nelle mani di pochi attori del settore agroalimentare ha reso il problema ancora più grave, come confermato dallo sviluppo dei mercati del latte e della carne di maiale nelle ultime settimane. Due settori dove troppo spesso il prezzo non ha niente a che vedere col valore del prodotto e, per tornare ancora sui costi che paghiamo ogni giorno, anche se non in denaro e magari senza averne la giusta coscienza, l’USC ha anche preparato un «Foglio verde dell’agricoltura» (Greenpaper Landwirtschaft) in cui il settore si impegna concretamente, con ulteriori sei nuovi compiti, a migliorare la protezione dell’ambiente, dell’acqua, del clima e il benessere animale a conferma del pieno sostegno dell’agricoltura svizzera agli sforzi comuni per un mercato equo e soprattutto sostenibile.
Sem Genini, segretario agricolo UCT
da Agricoltore Ticinese del 23 agosto 2019