Il 5 dicembre la Giornata mondiale del suolo ricorda l’importanza di questo elemento naturale per la vita delle piante, degli animali, degli esseri umani e del pianeta, e pone l’accento sulla necessità di una gestione sostenibile che ne aumenti la fertilità. Il suolo è fondamentale per la sopravvivenza: su 18 elementi chimici naturali che servono alle piante per crescere, 15 sono presenti nel terreno (mentre gli altri 3 sono assorbiti tramite fotosintesi). Nel suolo si produce il 95% degli alimenti globali.
In Svizzera, quest’anno ci si è concentrati soprattutto sulla situazione negli insediamenti, dove il 60% del suolo è edificato, cementato, asfaltato o pavimentato. È necessario, per il benessere di tutti, che anche lì il suolo venga preservato il più possibile. Suoli liberi contribuiscono infatti ad assorbire le precipitazioni, riducendo il rischio di inondazioni e, in caso di siccità, creano un clima urbano piacevole dato che l’acqua che trattengono evapora di nuovo. Inoltre è proprio lì che possono crescere alberi, ortaggi e fiori valorizzando e rendendo attrattivo l’ambiente urbano. La questione del suolo libero negli insediamenti è anche direttamente correlata alla presenza di terreni coltivi nelle aree circostanti le città: terreni che garantiscono buoni raccolti sul lungo periodo. Per non sacrificare terreno coltivo è necessario densificare gli insediamenti, ma con una progettazione che permetta di conservare e creare appunto suoli liberi anche negli spazi urbani. Sul sito dell’Unione Svizzera dei Contadini è possibile accedere a una lunga serie di video realizzati dall’Ufficio federale dell’ambiente, dove diversi ricercatori e contadini si concentrano su uno o più aspetti legati all’importanza del suolo, che va concepito e pensato come un essere vivente. Anche sul sito della Confederazione vengono forniti diversi esempi di quanto si può fare e di quanto è stato fatto, a livello di progettazione e pianificazione, per salvaguardare il suolo negli insediamenti, ma non solo. Si ricorda infatti che in Svizzera il piano settoriale federale per le superfici per l’avvicendamento delle colture (SAC) ha lo scopo di preservare nel lungo periodo almeno 438’460 ettari di terreno pregiato (per il Ticino sono 3’500 ha) e come la costante espansione degli insediamenti o la costruzione di infrastrutture, metta anche le SAC sotto una pressione sempre maggiore. Se è compito dei contadini far sì che il suolo che lavorano resti sano e produttivo, a tutti i cittadini spetta quello di non continuare a ridurne la superficie e magari, quando è possibile, cercare di farne vivere un piccolo pezzetto in più.
Sem Genini, segretario agricolo cantonale
da editoriale apparso su Agricoltore Ticinese del 9.12.2022