Ad essere WOW non sono solo gli agricoltori svizzeri che caparbiamente affrontano molteplici sfide ogni giorno, ma tutta la popolazione, tutte le persone a cui il nostro Paese sta veramente a cuore! La nuova campagna dell’Unione Svizzera dei Contadini ha uno stile e uno slogan insolito e diverso. Balza infatti subito all’occhio e si rivolge anche ai più giovani, mirando a promuovere l’acquisto, il consumo e l’utilizzo di prodotti e servizi svizzeri, e a ringraziare chi, non solo a parole, si impegna ad acquistare in Svizzera e a sostenere concretamente la nostra economia e il nostro territorio. Mi piace sottolineare una delle particolarità di questa iniziativa: ancora una volta l’agricoltura si dimostra attiva, propositiva, e al posto di criticare i turisti degli acquisti che vanno all’estero, ringrazia e sensibilizza i consumatori che rimangono da noi; in pratica al posto di vedere il bicchiere mezzo vuoto lo si vede mezzo pieno! Grazie al loro acquisto di prodotti e servizi nel nostro Paese, che costituisce quasi i 2/3 della forza economica attuale, queste persone creano un importante valore aggiunto a vantaggio di tutta la popolazione, contribuendo a mantenere il benessere del nostro Paese e assicurando ca. 5 milioni di posti di lavoro e 40mila posti di formazione professionale. Le ripercussioni, nel caso in cui questo consumo interno dovesse diminuire, sarebbero nefaste per tutti i settori economici.
Sono estremamente WOW ed incoraggianti, e spero non solo un fuoco di paglia, anche i dati dell’Ufficio Federale di Statistica che mostrano che il Ticino è l’unico Cantone svizzero, con Basilea Città (+1) e Basilea Campagna (+4), dove il numero di aziende agricole è cresciuto dal 2013 al 2014, passando da 1’134 a 1’145, con un incremento sia di quelle tradizionali (+1) sia di quelle biologiche (+10). Di pari passo anche la superficie agricola utile è aumentata da 14’359 ettari nel 2013 a 14’681 nel 2014, un trend positivo riscontrato anche a livello svizzero e quasi certamente dovuto alla nuova PA14-17 (pagamenti diretti basati più sulla superficie agricola annunciata che non sul numero di animali). Diversi terreni che venivano già lavorati, ma che per svariati motivi non erano stati mai iscritti, sono stati aggiunti nell’ultimo anno, causando questo cambiamento.
Non un wow, ma un grande shock, è la notizia della probabile chiusura dell’azienda del signor Weibel a Hünenberg (ZG). Una catastrofe per l’agricoltura svizzera e un segnale d’allarme per la politica. Ogni anno il 3% dei produttori di latte chiudono i battenti, questa volta non sono solo i più piccoli a farne le spese, bensì la più grande azienda lattiera della Svizzera centrale con 280 mucche che producono 2,85 milioni di litri di latte all’anno, cioè ca. il 3,5% di tutta la produzione Svizzera. Un’ulteriore dimostrazione che l’abolizione dei contingenti lattieri avvenuta 6 anni fa è stata un errore e che il libero mercato in agricoltura non funziona; al momento si ricevono in media 55 centesimi al litro, 10 in meno rispetto al 2014, mentre ce ne vorrebbero 70 per coprire i costi di produzione. Wow, una situazione drammatica in netto contrasto con il recente aumento della differenza tra prezzi di produzione e di consumo di latte e di prodotti lattieri: l’unica soluzione possibile è aumentare i prezzi direttamente ai produttori!
Sem Genini, segretario agricolo UCT
candidato al Consiglio Nazionale per la Lega dei Ticinesi (lista 5 numero 6)