Martedì 5 febbraio 2019 l’Unione Contadini Ticinesi ha annunciato che non si opporrà al progetto delle nuove Officine FFS tramite referendum sul credito di 100 milioni di franchi. Seguendo il motto “l’unione fa la forza”, in collaborazione con i Comuni di Riviera, Biasca e della Bassa Leventina, l’UCT ha lanciato una petizione da inoltrare a Governo federale, FFS e Consiglio di Stato ticinese. Le richieste formulate mirano tanto alla tutela del settore agricolo quanto allo sviluppo futuro delle valli.
Le richieste contenute nel testo della petizione, che non appena sarà completa sarà consultabile e sottoscrivibile online alla pagina web http://www.agriticino.ch, sono le seguenti:
– la compensazione reale (non quantitativa né pecuniaria) dei terreni agricoli SAC (ca. 80’000 mq) sottratti dalla costruzione del nuovo stabilimento industriale FFS ad Arbedo-Castione, la quale non è ancora stata trovata in via definitiva e completa. Non è accettabile a tal scopo il comparto di Valera, a causa delle distanze e dalle incognite legali e temporali del progetto e al fatto che tale comparto non è un terreno industriale convertito agricolo (a parte una zona industriale di 11’539 mq effettivamente dezonata) bensì un terreno attualmente con un vuoto pianificatorio. Al contrario è ben accetta la promessa della città di Bellinzona di convertire 20’000 mq (e forse di più) da industriali ad agricoli nella zona del “Valegion” a Preonzo;
– l’interpellanza futura e tempestiva a UCT da parte di FFS, Consiglio di Stato e progettisti, inclusi degli studi concreti e precisi di compenso reale agricolo, ogni qualvolta vengano inoltrati dei progetti che intaccano del terreno agricolo;
– sempre riguardo ai progetti cantonali futuri, viene chiesto di sfruttare le zone industriali già esistenti invece di terreno agricolo sempre più scarseggiante;
– alle FFS viene chiesto di fare il possibile per esaudire le esigenze e richieste del settore agricolo ticinese per progetti già esistenti (ad esempio il sottopasso in via alle Gerre a Locarno o quello alla Monda a Contone, i vari piani di spostamento delle stazioni ferroviarie, ecc.) e di sviluppare l’opzione di Biasca quale stazione terminale per il traffico ferroviario regionale ticinese (purtroppo secondo le FFS, per poter avere un concetto di produzione efficiente sia per il nuovo centro industriale che per l’offerta regionale TILO, è necessario che Castione sia la stazione di fine corsa);
– l’immediato completamento della linea ferroviaria dall’uscita sud della nuova galleria di base del Gottardo fino a Bellinzona, vale a dire la costruzione del binario di sorpasso che finalmente eliminerebbe il problema dei treni merci incolonnati nella stazione di Biasca, e la costruzione del passaggio non a livello in località “Giustizia” a Biasca, che permetterebbe un miglioramento del servizio di trasporto pubblico nelle Tre Valli;
– infine, il Consiglio di Stato viene sollecitato a realizzare un piano di sviluppo concreto per il rilancio della zona industriale abbandonata della ex Monteforno a Bodio, a concretizzare la fermata per il traffico ferroviario Osogna-Cresciano, e a far applicare la Legge cantonale sulla conservazione del territorio agricolo su tutta la tratta di Alptransit in Ticino, ciò permetterebbe di recuperare 18 millioni di franchi derivanti dalla compensazione pecuniaria della superficie agricola persa durante la costruzione di Alptransit. Soldi che potrebbero venire utilizzati per bonificare e recuperare territorio agricolo.
Niente referendum
Data l’approvazione del credito di 100 milioni di franchi da parte del Gran Consiglio, agli oppositori non rimaneva che fare un referendum. La perdita di terreno agricolo era il motivo principale di opposizione dell’UCT, non il credito in sé. Per l’ubicazione delle nuove officine, le FFS hanno scelto dei terreni agricoli ad Arbedo-Castione: 78’515 mq di terreno agricolo protetto dalla legge federale e che avrebbe dovuto guadagnare protezione dopo l’introduzione, nel 2017, dell’articolo di legge 104a sulla sicurezza alimentare, il quale impone una maggiore tutela del terreno agricolo. Inoltre, ai comuni della regione non piaceva la decisione delle FFS di non volere sfruttare una zona industriale già esistente e in disuso come quella della ex Monteforno a Bodio. Ma gli studi, fatti dalle FFS e dalla Commissione parlamentare incaricata di studiare la questione, hanno indicato come località ideale per le nuove Officine proprio il terreno agricolo di Arbedo-Castione. La scelta di Bodio avrebbe implicato adeguamenti e investimenti molto più onerosi rispetto a Castione e, si legge nel rapporto, «è palese che la scelta finale non possa essere Bodio, ma Castione». Per il governo ticinese il progetto delle nuove officine rappresenta un’opportunità straordinaria per le generazioni future. A prevalere è stata la razionalità, l’interesse comune e la fiducia nei confronti delle istituzioni, tanto più che le conseguenze di un risultato favorevole alle urne sarebbero state difficilmente ipotizzabili. Per questo l’UCT ha preferito lanciare una petizione, che comunque mette nero su bianco le richieste e rivendicazioni che l’agricoltura, ma anche gli altri attori coinvolti, hanno nei confronti delle autorità e delle FFS.
Giù le mani dalle officine
Oltre 10 anni fa, il processo tecnologico aveva messo in dubbio il futuro delle Officine FFS. A suo tempo, una mobilitazione popolare aveva fatto capire a Governo e FFS che le Officine non si toccavano. Ma le Officine sono ormai obsolete e non permettono di svolgere in condizioni adeguate la manutenzione del materiale rotabile di nuova generazione. Da qui la necessità di realizzare un nuovo edificio con un investimento totale di circa 360 milioni di franchi (120 provenienti da Ticino e Bellinzona). Il governo ticinese e la città di Bellinzona vogliono la costruzione di questo nuovo stabilimento industriale che entrerà in attività nel 2026 e garantirà circa 200 posti di lavoro. Numeri importanti che nessuno voleva perdere.
UCT, Abg