Unione contadini contro il progetto FFS a Castione: «Sacrificio di terreni molto pregiati» Pronti a contestare la scelta ma i margini di manovra appaiono estremamente ridotti

«Faremo tutto il possibile per salvaguardare quei terreni, anche se è dificile contestare interessi superiori come quelli ferroviari: finora non abbiamo potuto analizzare i piani, ma vogliamo vederci chiaro». Così si esprime il segretario agricolo dell’Unione contadini ticinesi (UCT) Sem Genini sul previsto insediamento a Castione delle future Officine FFS in «uscita» da Bellinzona entro il 2026, una scelta che fa storcere il naso anche a questo particolare settore dell’economia ticinese. Quella toccata dal progetto da 360 milioni di franchi (di cui la metà finanziati da Confederazione, Cantone e Città di Bellinzona) è in infatti di un’area di progettazione di circa 150.000 metri quadrati di cui «la maggior parte ubicati in zona agricola, più precisamente in superfici per l’avvicendamento delle colture (SAC)», sottolinea l’UCT in un comunicato.

Come evidenzia lo stesso Sem Genini da noi contattato per capire in cosa potrebbe consistere concretamente la resistenza alla scelta, per i contadini si tratta di un terreno agricolo di alta qualità e pregio, anche per la sua fertilità. Un terreno di cui si farebbe un uso non agricolo e dunque improprio. Il progetto metterebbe quindi a repentaglio l’articolo costituzionale 104 sulla sicurezza alimentare, adottato lo scorso anno dal popolo svizzero, «che fissa i principi in base ai quali si deve garantire la sicurezza alimentare del Paese a lungo termine» in particolare «preservando le terre coltive». A mente dell’Unione contadini le FFS starebbero inoltre ignorando la volontà degli oltre 14.000 firmatari dell’iniziativa popolare legislativa cantonale «Spazi verdi per i nostri figli», di cui l’UCT è co-promotore, che chiede di «tutelare gli spazi verdi di pianura essenziali per le generazioni future».

Ma concretamente, appunto, cosa potranno fare i contadini contro questa scelta? «Faremo tutto il possibile», conferma Sem Genini citando anche eventuali ricorsi ma dicendosi cosciente che, come anticipato, gli interessi superiori come quelli legati alle vie di comunicazione sono duri da contrastare, come ha dimostrato il cantiere del secolo, AlpTransit. «Comunque finora non siamo stati informati e non abbiamo visto i piani quindi è presto per capire come muoversi», aggiunge il segretario agricolo cantonale. Per altro secondo i contadini questo progetto «molto importante per il nostro Cantone e la regione» avrebbe un’alternativa valida, l’ex Monteforno, opzione però scartata dalle FFS.

Proprietari in attesa di spiegazioni

Intanto come noto preoccupazioni sono manifestate anche dall’economia locale, con alcune grosse aziende attive nella zona industriale di Castione che temono per la sopravvivenza della loro attività a causa di eventuali espropri. Tutti i proprietari coinvolti sono stati convocati dopodomani dalle FFS per un incontro informativo.  SIBER

Pdf dell’articolo: CDT-Timone-12_06_2018-13